Mercoledì, 19 Novembre 2008 22:48
L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL PENSIERO
Insostenibile per i rompiscatole, naturalmente: per chi resta tenacemente abbarbicato se non alle stesse idee comunque allo stesso tema, per chi si imbufalisce se il contraddittore a un certo punto lo pianta in asso e, passando ad altri temi, lo consideri ormai il passato.
Ma le idee vanno e vengono, passano e ripassano, si soffermano a volte: ma quasi sempre è come se evaporassero, lasciando il posto ad altre. Su nuovi e diversi registri si muove così il pensiero, inquieto va ad altri percorsi, insegue nuove trame: leggero come un uccello ma mai come una piuma, si spinge oltre senza mai lasciarsi spingere.
Paul Valéry: "Il faut être léger comme l'oiseau, et non comme la plume". L'ha citato Giorgio Albertazzi l'altra sera al Cilea recitando la prima delle Lezioni Americane di Italo Calvino, quella sulla Leggerezza.
Dobbiamo essere leggeri, quindi, per non far la fine delle amebe: mai legati alle proprie idee; sì che nella competizione evolutiva, se perdenti, non si rimanga travolti dalla loro rovina. Come ha detto karl Popper, a volte occorre ucciderle le proprie idee (se troppo pesanti, aggiungerebbe Milan Kundera).
Leggerezza, quindi, motore di vita e garanzia evolutiva. Come leggere sono le visioni del waterfrot reggino, decostruite e liberate dell'oppressiva cappa dell'architettura tradizionale. Ad esse è dedicato l'ultimo diario reggino (www.diarioreggino.it) che, per riprendere il suo percorso cittadino, si è con leggerezza messo alle spalle la polemica sulla causa che vede opposto il Davide Fondazione Mediterranea al Golia Repubblica Grande Stampa.