Sabato, 15 Novembre 2008 22:09
UN "CORRISPETTIVO OGGETTIVO" USATO PROPRIO MALE
Il diritto di replica, se non si vuole angustiare i lettori che non sono tanto babbi da non essersi già formata un'opinione, va esercitato una sola volta: ogni altro intervento è generalmente superfluo e non fa che reiterare le stesse proposizioni sotto altra veste. Per questo motivo, nonostante che in questo caso vi siano ancora tante cose da dire, ho deciso di non intervenire ulteriormente sulla questione, un tantino inbarazzante per i toni un po' troppo accesi e non propriamente eleganti, sollevata da Antonio Monteleone sulle pagine di Strill.
Alla doverosa comunicazione sull'andamento della causa che vede opposta la Fondazione Mediterranea al quotidiano La Repubblica (per saperne di più vai a www.fondazionemediterranea.eu) pubblicata su www.mediterraneanews.it e puntualmente ripresa da www.strill.it, Monteleone ha risposto prendendo le difese di un tipo di giornalismo sensazionalistico che, pur partendo da fatti veri e che nessuno pone in discussione, si abbandona a priezioni fantasiose tese a esasperare concetti già espressi.
E' l'uso, collaudato e sicuro, del cosiddetto "corrispettivo oggettivo": presumere che un fatto non controllato sia vero solo in base alla sua plausibilità e spararlo come dato certo per corroborare una propria tesi. Se si descrivono galline razzolanti in un'aia, dove potrebbero essereci e normalmente ci sono ma non nel momento in cui viene effettuata la ricognizione (come successo realmente a Indro Montalelli, che comunque si è scusato pubblicamente con l'intervistato nella sua casa di campagna per aver riferito un fatto non verificato), vi è poco o nulla di male. La stessa cosa non si può dire se si parla di mafia, di delitti, di droga, ecc.: allora bisogna essere precisi, riportare fatti verificati e, soprattutto, nel giudizio finale quantomeno tentare di essere oggettivi.
Curzio Maltese - evidentemente male informato dagli ascari locali della grande stampa - ha spregiudicatamente usato il "corrispettivo oggettivo" nell'articolo per cui è stato denunciato. Inoltre ha tanto esasperato questa figura retorica da affermare che "il 50% degli abitanti di Reggio è a vario titolo coinvolto in attività illecite".
Ma non voglio reiterare concetti già espressi (cfr www.mediterraneanews.it) e pertanto mi limito a suggerire ad Antonio Monteleone: a) di stare un po' più calmo; b) di valutare con maggiore serenità fatti e persone prima di esprimere opinioni che potrebbero risultare offensive per chi è abituato a relazionarsi su altri e diversi registri; c) di prendere in considerazione l'idea che non è con le pagine di giornale che si combatte la mafia.