Nel gioco politico nazionale, infatti, i voti calabresi non pesano poi molto (ahinoi non solo numericamente) e stava prevalendo l'idea berlusconiana di sistemare un amico fidato, silenzioso dimissionato per fedeltà al padrone, anche col rischio di perdere le elezioni e la faccia, piuttosto che andare sul sicuro con una candidatura politicamente eccellente ed eticamente inattaccabile.
Poi è prevalsa la ragione e si è preferito puntare sul sicuro, una volta passata la cometa Santo Versace (persona seria e affidabile ma senza un'esperienza politica sufficiente a non essere legato mani e piedi se non addirittura ostaggio dei comitati elettorali) e abbandonate altre fantasiose ipotesi. Una scelta che tende a monetizzare il successo, personale e di partito, di Giuseppe Scopelliti e a esportare nelle Calabrie quel Modello Reggio che si è dimostrato vincente nel saper, con sano pragmatismo, orientare l'azione amministrativa verso obiettivi di crescita reale.
Si può obiettare che la semplice crescita, anche se accompagnata da sviluppo (i termini crescita e sviluppo non sono infatti sovrapponibili), non può sic et simpliciter portare al progresso, fatto più di cultura e di uomini che di ricchezza e cose: ma, se si vuol dare un minimo di credito a Brecht quando afferma che "prima viene la trippa e poi la virtù", quale reale progresso si può costruire in una società povera e attanagliata da problemi quotidiani? Una ricchezza sufficiente a non essere ostaggio dei bisogni è l'ineludibile premessa per qualsiasi forma di crescita umana e sociale.
Il Modello Rai Fiction, fatto di banalità in stile homo insipiens e di vuote parole (memento l'impegno non mantenuto per la sede Rai a Reggio et similia), non è né sarà mai un modello su cui poter costruire una credibile politica regionale. Si dovrà aspettare la conclusione dell'annunciata "campagna d'ascolto", che nel PdL sostituisce le Primarie, per veder scongiurato il pericolo che il Modello Reggio venga trombato? Agostino Saccà, dopo le dichiarazioni di Maurizio Gasparri, si è già tirato fuori affermando che il suo candidato è Scopelliti; Angela Napoli, apertis verbis, afferma essere una bufala il suo ventilato appoggio a una candidatura di Pippo Callipo; Tonino Gentile, vice coordinatore regionale del PdL, non sembra avere dubbi su Scopelliti.
Sembra tutto definito, quindi, a meno che l'immarcescibile asse CS-CZ, che trasversalmente ai partiti unisce le due interne cittadine calabresi, non abbia un colpo di reni in grado di rimescolare la carte e imporre il solito Modello Loiero-Chiaravalloti.