IL MANDORLO DI CALABRIA; FILIERA CORTA E INNOVAZIONE NELL'AGROINDUSTRIA

Mercoledì 06 aprile 2016 ore 16 – Sala Monteleone Palazzo Campanella Reggio Calabria  

Organizzato dalla Fondazione Mediterranea e  dal Dipartimento di Agraria Università Mediterranea

 

INTRODUZIONE

Vincenzo Vitale

Presidente Fondazione Mediterranea

MODERAZIONE

FILIPPO TERAMO

Giornalista – Addetto stampa della Filiera

INDIRIZZI DI SALUTO

Nicola Irto

Presidente del Consiglio Regionale della Calabria

Giuseppe Raffa

Presidente della Provincia di Reggio Calabria

Giuseppe Falcomatà

Sindaco di Reggio Calabria

Francesca Giuffrè

Presidente Ordine dei Dottori  Agronomi e Forestali

INTERVENTI

 

Giuseppe Zimbalatti

Direttore Dipartimento di Agraria – Università Mediterranea

L’Agricoltura in

Calabria: nuove prospettive

 

Sebastiano Polimeni

POLICOM SRL - Capofila Progetto di Filiera

“I Giardini di Re Italo”: Progetto Integrato di Filiera del mandorlo di Calabria

 

Enrico Mazza – Dina Porpiglia

Coordinamento tecnico del Progetto di Filiera

Contratti di Rete, Progettazione integrata e social empowerment

Giacomo Giovinazzo

Dirigente Settore Valutazione e Promozione produzioni agricole e Filiere produttive

La Filiera al servizio dell’agroalimentare di qualità certificata

 

Mauro D’Acri

Consigliere Regionale con Delega all’Agricoltura

Le opportunità del P.S.R. 2014 - 2020

 

COMUNICATO STAMPA

Convegno “Il Mandorlo di Calabria: filiera corta e innovazione nell’agro-industria”

Si terrà a Reggio Calabria, mercoledì 6 aprile, alle ore 16.30, presso la Sala di rappresentanza “F. Monteleone” del Consiglio Regionale, ingresso via Cardinale Portanova, il Convegno tematico “Il Mandorlo di Calabria: filiera corta e innovazione nell’agro-industria”, promosso dalla Fondazione Mediterranea e patrocinato dal Consiglio Regionale della Calabria e dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Reggio Calabria, nell’ambito delle iniziative di presentazione del progetto “I Giardini di Re Italo – Progetto Integrato di Filiera del Mandorlo di Calabria”.

Al fine di rivitalizzare l’intero comparto produttivo della Mandorla calabrese è stato costituito un importante partenariato pubblico/privato, che comprende l’Università Mediterranea, le principali Associazioni di categoria e Sindacali, numerose Imprese e Consorzi di produttori e trasformatori fino alle singole aziende agricole.

Innovazione nell’agro-industria e migliorare le condizioni di vita economica e sociale della popolazione calabrese, con immediato riferimento ai partecipanti al progetto di filiera, sono tra i principali intenti del costituito Partenariato per la realizzazione di una vera filiera della coltivazione e della trasformazione del mandorlo interamente realizzata sul territorio reggino.

Lo scopo è quello di modernizzare e ottimizzare le tecniche di produzione, integrandole con la comunicazione e con le più aggiornate pratiche di marketing e branding territoriale, perfezionandone gli aspetti qualitativi e di filiera, le opportunità turistiche e di sviluppo e tutela della biodiversità che naturalmente deriveranno. Filiere sostenibili nel tempo, secondo una logica di Social Empowerment nella quale anche gli Enti locali saranno chiamati a svolgere un ruolo fondamentale, in quanto anch’essi attori del processo produttivo: Pubblica Amministrazione, agricoltura, industria, commercio, servizi e ricerca scientifica.

Ai lavori del convegno, moderati dal giornalista Filippo Teramo, addetto stampa della filiera, interverranno: Enzo Vitale, presidente Fondazione Mediterranea; Nicola Irto, Presidente del Consiglio Regionale; Giuseppe Raffa, Presidente della Provincia; Giuseppe Falcomatà, Sindaco di Reggio Calabria; Francesca Giuffrè, presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali; Giuseppe  Zimbalatti, Direttore Dipartimento di Agraria Università Mediterranea; Sebastiano Polimeni, della POLICOM e capofila del Progetto di Filiera; Enrico Mazza e Dina Porpiglia, responsabili del coordinamento tecnico del Progetto di Filiera; Giacomo Giovinazzo, Dirigente Settore Valutazione e Promozione Produzioni agricole e Filiere produttive; Mauro D’Acri, Consigliere Regionale Delegato all’Agricoltura.

Previsti infine interventi programmati di figure e partner istituzionali della Filiera con Giuseppe Bombino, Presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte; Andrea Cuzzocrea, Presidente Confindustria Reggio Calabria; Giuseppe Barbaro, Presidente Confagricoltura Giovani Calabria; Francesco Saccà, Presidente Coldiretti Reggio Calabria; Antonello Fragomeni, delegato per l’ Associazione Pasticceri Artigiani Reggini; Francesco Antonio Cardone, Consorzio Torrone di Bagnara IGP e Seby Romeo, consigliere regionale.

Seguirà buffet di degustazione di prodotti tipici a base di mandorla nello spazio “Agorà” del Consiglio Regionale.

                                                                                                        

                                                                                      

LA FONDAZIONE MEDITERRANEA PROMUOVE LA FILIERA CORTA DEL MANDORLO DI CALABRIA

Chiediamo al dott. Vincenzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea, cos’ha spinto la Fondazione da lui presieduta a promuovere un’iniziativa tesa alla promozione del mandorlo calabrese.

La Fondazione Mediterranea, il cui mandato presidenziale a dieci anni dalla sua costituzione mi è stato da poco rinnovato per il biennio 2016-2018, si occupa statutariamente di promozione territoriale. Nell’ottica di questa mission, il suo CdA ha accettato di buon grado la proposta dell’arch. Dina Porpiglia di valorizzare quello che un tempo era una risorsa calabrese.

Perché dice “un tempo”?

Fino agli anni '50 la Calabria era il maggior produttore di mandorle a livello nazionale. Oggi non rientra in nessuna classifica nazionale né tantomeno mondiale: tutti i nostri produttori locali di confezioni a base di mandorle e pistacchi devono necessariamente acquistare la materia prima dalle altre regioni limitrofe o dalla California e dalla Spagna. Tutto ciò mentre il territorio della provincia di Reggio Calabria, specialmente quello dei comuni della Costa Viola e di tutta la fascia ionica, è decisamente vocato alla coltivazione del mandorlo.

Con l’iniziativa di cui si parla la Fondazione Mediterranea si propone di dare nuova linfa a una filiera che potrebbe dare buone ricadute sul territorio rivitalizzando una produzione da tempo abbandonata.

Entriamo un po’ più nei dettagli tecnici chiedendo all’arch. Dina Porpiglia, ideatrice e motore dell’iniziativa, di parlarci della filiera.

La filiera della mandorla viene individuata, tradizionalmente, come segue: i produttori, direttamente o attraverso i mediatori e gli ammassatori fanno pervenire il prodotto alla prima fondamentale fase della "sgusciatura" e quindi, attraverso le fasi dell'ammasso tra grossisti e esportatori, il prodotto perviene al mercato delle aziende di trasformazione e infine a quello in netta espansone, dei consumatori finali.

A livello locale come funzionerà la “filiera corta”?

Con il concetto di “filiera corta”, il ruolo delle imprese di trasformazione, presenti sul nostro territorio, grazie al posizionamento strategico nel ciclo produttivo, diviene centrale: programma a livello pluriennale le quantità di materia prima assorbibili e ne garantisce un totale acquisto garantendone un prezzo remunerativo. In altri termini la vicinanza spaziale tra produttore, “sguciatore” (che potrà anche essere lo stesso produttore) e trasformatore, rendendo possibile un confronto diretto tra le parti consente di abbattere le intermediazioni e quindi i costi.

Avremo quindi un prodotto finito a base di mandorle a “Km 0”?

L’obiettivo finale è certamente questo. Da un lato il mercato mondiale delle mandorle è in forte crescita (la California e la Spagna hanno notevolmente incrementato la produzione sia per il mercato interno che per il mercato straniero; anche l'Italia incrementa la produzione, specie in Sicilia in cui sono già presenti prodotti DOP / IGP e in Puglia, in cui è forte la produzione biologica del mandorlo); dall’altro si pone sempre maggiore attenzione all’evidenza della filiera e alla produzione a “Km 0”. In questo trend internazionale c’è tantissimo spazio per far rivivere, producendo occupazione e reddito, una coltura che nella nostra Provincia dagli anni Sessanta in poi si è lentamente quasi spenta. 

 

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