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Venerdì, 31 Ottobre 2008 17:16

L'INPS A REGGIO, UN UFFICIO CHE FUNZIONA

  Una delle preoccupazioni che mi accomuna ai coevi è il lavoro dei figli, divenuto sempre più precario, e il trattamento pensionistico che riceveranno, legato alla contribuzione effettuata nella vita lavorativa. Il riscatto pensionistico dei loro anni di laurea può essere un mezzo per fornirgli un piccolo aiuto, anche in virtù della deducibilità fiscale della somma "consegnata" all'Inps e del suo pagamento dilazionato in dieci anni senza interessi. Trattandosi di cifre di una certa consistenza, soprattutto se si hanno due figli laureati, le informazioni vanno prese anche se non minuziose certo sufficientemente esaustive. Le informazioni da acquisire riguardano non tanto l'importo da versare (per la cronaca è fortettariamente di 4.500 euro per ogni anno da riscattare, se il figlio ancora non ha reddito da lavoro dipendente, o equivamente a un terzo dello stipendio lordo mensile, se ha già un'occupazione anche precaria) quanto se, con il sistema contributivo che ha sostituito quello retributivo, convenga farlo questo riscatto. La stessa cifra, infatti, potrebbe essere ratealmente versata in un fondo pensione per crearne una integrativa: l'importo della pensione sarebbe certamente maggiore ma si godrebbe con anni di ritardo.  Non sfruttando né amicizie né conoscenze, per ottenbere queste informazionivoglio fare il tentativo di rivolgermi alla sede reggina dell'Inps. L'inizio dell'approccio non è dei più feclici: chiamo un paio di volte il centralino non ottenendo risposta. Poi uso un escamotage: compongo le prime tre cifre del numero e sostituisco le seconde (rappresentate da tre 1) con numeri a casaccio (es: 202) sperando che mi risponda un interno: cosa che avviene. Scusandomi per aver forse sbagliato numero, chiedo se parlo con l'Inps. Alla risposta positiva, accenno al mio problema e, senza alcuna sollecitazione da parte mia, mi si risponde con molta gentilezza e mi si fornisce non solo il nome del funzionario esperto nel settore ma anche il suo numero interno e il giorno con l'orario in cui lo si può rintracciare disponibile alle domande degli utenti. Al giorno e all'orario indicatomi faccio il numero e il funzionario risponde dopo solo un paio di squilli: gli chiedo un appuntamento per parlare di persona del problema e questo mi viene dato per il giorno successivo alle 08:30. Ma non è tutto: rischiesto di informazioni sulla localizzazione dello sportello o della stanza dove mi sarei dovuto recare, mi si sugerisce di rivolgemi al servizio di vigilanza posto all'ingresso della sede dell'istituto e, dichiarato di avere un appuntamento con S. M., di farmi dare tutte le indicazioni utili. Ma non è ancora tutto: chiesto il mio nome, lo avrebbe comunicato lui stesso al vigilante. L'indomani, puntuale alle 08:30, mi reco all'Inps di via Romeo; mi presento al vigilante e, con mio grande stupore, mi accorgo di essere quasi atteso: si ricordava del mio appuntamento comunicatogli la mattina precedente dal funzionario S. M. Le informazioni ricevute sul percorso da effettuare all'interno del palazzo sono esaustive e trovo facilmente la stanza. La porta è chiusa: busso e mi si dice di entrare. Una persona distinta di mezza età sta parlardo con due giovani vicino a un computer: mi chiede, scusandosi, se posso aspettare non più di cinque minuti. Mi ritiro chiudendomi la porta alle spalle. Sono appena passati i cinque minuti che la porta si apre e sono invitato a entrare. Espongo i miei dubbi e, con calma e gentilezza ma soprattutto con competenza e chiarezza, in poco più di dieci minuti mi si risponde in maniera assolutamente esaustiva (con un linguaggio, cosa da non sottovalutare, assolutamente privo di qualsiasi inflessione o cadenza dialettale). Esco dall'Inps di Reggio che ancora non sono le 09:00. Nessuna chiosa, tranne una: anche se può sembrare una storia immaginaria ambientata nella "città perfetta", tutto quanto raccontato è accaduto realmente.