Un più esteso resoconto delle affermazioni poste dal Belcastro sulla recente vicenda del gay calabrese, prima malmenato e poi irriso presso il nosocomio reggino, era stata pubblicata il giorno prima su Strill: in mancanza di altre attenzioni, come riferito dal giornale on line, erano state rilasciate a Klaus Davi durante la trasmissione televisiva KlausCondicio in onda su YouTube. Data la profondità delle tesi e l'acutezza dei concetti, mi è sembrato doveroso produrre una più attenta esegesi del pensiero del Nostro, la cui sintesi è stata lapidariamente posta nel titolo del pezzo su Strill: ''In Calabria i gay sono pochissimi. L'uomo calabrese è un vero maschio''.
Devo premettere che la mia non è una voce che tardivamente si associa al coro di riprovazione per l' accaduto, anzi penso che la levata di scudi sia stata smodata e, con una certa accondiscendenza per le pulsioni narcisistiche di gruppi e associazioni, sovradimensionato il risalto mediatico dato loro.
In altri termini, pur condannando senz'appello l'aggressione e l'irrisione, non ritengo che gli episodi di violenza verso i gay debbano avere un significato particolare e diverso da altri simili, e quindi giudicati come più gravi; ritengo gli omosessuali persone diversamente normali e che, come tali, giammai giudicate per le loro propensioni sessuali, non vadano tutelate come una specie protetta. (Lo stesso discorso vale per le donne, cui si devono assicurare pari opportunità e diritti ma non le "quote rosa", che presuppongono uno status di minorità.)
Ciò detto, delle affermazioni del rappresentante di Noi Sud non se ne salva nessuna: di una superficialità che supera quella dei più banali luoghi comuni, intrise di una vetero-mentalità maschilista che non si può definire nemmeno più di caserma, con riferimenti a barzellettieri in stile Ventennio e con citazioni apodittiche di inesistenti statistiche; le tesi che vi si affermano non solo non sono dimostrabili ma, basate su stantii stereotipi di virilità meridionale, contribuiscono non poco a ombreggiare negativamente quell'immagine dell'uomo del sud che faticosamente tentiamo di ripulire dal fango che ci viene riversato.
L'immagine dell'uomo-tipo meridionale che si vuole promuovere, nella quale evidentemente l'on. Belcastro si specchia e si riconosce, è un virile maschio, cui ha dato i natali una terra dall'omosessualità praticamente sconosciuta, ovvero un uomo che, orgoglioso del suo seme abbondantemente dispensato al sesso femminile del Nord, supplisce alla "impotentia coeundi et procreandi" dell'uomo nordico e salva così la Padania da un triste destino di infertilità.
Quello di Noi Sud è il nuovo meridionalismo che avanza? All'on. Belcastro, parlamentare reggino, le cui dichiarazioni riporto in calce per una più attenta rilettura della "summa" del suo pensiero, chiediamo una ritrattazione, una rettifica o, almeno, una spiegazione.
Ipse dixit: "In Calabria i gay sono pochissimi, ce ne sono molti di meno rispetto al nord. L'omosessualità è molto più diffusa sopra il Po. L'uomo calabrese, e meridionale in genere, vuole farsi sentire essendo uomo nel vero senso della parola. E' un vero maschio. Al nord purtroppo, hanno questo complesso che scaturisce dal fatto che i meridionali fanno il loro dovere, anche più di buona parte della Padania". "Questa scarsezza di virilità dei settentrionali si vede anche dai dati. Se non ci fossero stati e non ci fossero i meridionali al nord, la differenza si vedrebbe anche dalla natalità. Sono stati i meridionali a tutelare le nascite e a supplire ad una certa pigrizia del maschio nordico".