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Lezioni Reggine

portolanoVi sono alcune espressioni ad alto contenuto e valore simbolico che, entrate a far parte integrante della storia della conoscenza dell'uomo, come tali hanno contribuito al suo progresso. Piuttosto che tentare di spiegare dettagliatamente le motivazioni e le finalità che hanno portato l'associazione Mediterranea Rhegion, e poi la Fondazione Mediterranea, a organizzare la serie di dibattiti e conferenze denominate "Lezioni Reggine", si è preferito adottare una di queste locuzioni [Gnoti sauton (conosci te stesso)] a loro icona.

Questa proposizione, che Socrate dall'oracolo del tempio di Apollo in Delfi assunse a insegna e ideale del proprio filosofare, tracimando ben oltre il significato epistemologico di esortazione a conoscere se stessi e a confessarsi la propria ignoranza [«Conosci te stesso!» grida Socrate «conosci te stesso, e confessa a te stesso quanto poco sai!» (cfr. Senofonte, Memorabili, IX,6)], nella speculazione socratica ha un'accezione più ampia: sprone a guardare dentro di sé per meglio definire il proprio vero bene, a porsi come problema e discutersi in un continuo esame interiore della propria condotta, a divenire veramente se stessi con la piena consapevolezza della propria umanità; e, di conseguenza, anche incitamento a scoprire le proprie radici, a rispettare la propria natura, a costruire su di essa il senso d'identità, sia personale che di gruppo.


Ancora oggi il socratico gnoti sauton mantiene intatta la sua valenza; ancora oggi l'incitamento è fresco, attuale, appropriato; e anche intrigante: dall'inizio del pensiero umano, dopo millenni di speculazioni, finanche dopo la poderosa impennata del sapere degli ultimi decenni della nostra storia, ci poniamo ancora le stessa domanda: chi siamo? (per cui anche: da dove veniamo? dove andiamo? cosa vogliamo?).


Noi reggini, trasferendo queste domande al nostro ambito geo-storico, possiamo affermare di sapere con sufficiente approssimazione chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, cosa vogliamo? Possiamo dire di avere bastevole contezza di che cosa sia quella particolare nostra identità che, non certo calabrese sensu stricto, potremmo definire come limite, di frontiera o addirittura "insulare"? Possiamo affermare di conoscere appieno le implicazioni socio-politiche ed economiche del far parte dell'Area o sistema territoriale dello Stretto? Possiamo dichiarare che in nostro senso di identità sia sufficientemente strutturato da consentirci di affrontare positivamente quei nuovi trend di sviluppo di cui potremmo essere centro geografico e perno logistico?


Dice Karl Poppper: «L'ottimismo è un dovere. Il futuro è decisamente aperto. Esso dipende da noi; da tutti noi. Dipende da quello che noi facciamo e faremo; oggi, domani e dopodomani. E quello che facciamo e faremo dipende a sua volta dai nostri pensieri; e dai nostri desideri, dalle nostre speranze, dalle nostre paure.Dipende da come vediamo il mondo; e da come valutiamo le possibilità largamente disponibili del futuro. Quando dico che "l'ottimismo è un dovere" non dico solo che il futuro è aperto ma che noi tutti lo configuriamo attraverso quello che facciamo: noi tutti siamo corresponsabili di quello che sarà».

Per poter essere doverosamente ottimisti, quindi responsabili del nostro "aperto futuro", è necessario assumere piena coscienza della propria identità e, seguendo l'illuministico insegnamento del Pestalozzi, acquisire buona padronanza dei saperi sia scientifici che umanistici. Con le sue Lezioni Reggine la Fondazione Mediterranea intende, con doveroso ottimismo, condividendone la responsabilità, contribuire alla configurazione del nostro comune futuro di cittadini dell'area metropolitana dello Stretto.