Area dello Stretto: ricadute economiche dell’integrazione commerciale

Giovedì 12 giugno 2008 - Camera di Commercio Reggio Calabria

Lucio Dattola e Antonio Palmieri
presidente e segretario generale della Camera di Commercio Reggio Calabria

incontrano

Vincenzo Musumeci e Pietro Ilacqua
presidente e segretario generale della Camera di Commercio di Messina

RATIO DELL’INCONTRO
Durante la dominazione spagnola dell’Italia meridionale, nel XVII secolo, il Regno di Napoli subì una forte congiuntura economica che, per la sua intensità, determinò una crisi demografica in vaste porzioni del suo territorio, tra cui la Calabria. Si salvò la costa tirrenica meridionale dello Stivale da Bagnara a Reggio che, grande produttrice di seta grezza, poté continuare la sua produzione esportandola attraverso il porto franco di Messina.
Questo è solo uno degli esempi storici di come l’economia dello Stretto abbia tratto vantaggio, soprattutto nei periodi critici, dall’interscambio commerciale tra le due sponde.
Venendo ai nostri giorni, è nozione comune che, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, una parte statisticamente rilevante dell’economia commerciale di Messina, principalmente ma non solo quella riguardante le attività di viale San Martino e delle limitrofe strade centrali, si basava sugli acquisti che venivano effettuati dalle famiglie degli studenti calabresi residenti in Messina e anche da chi, come i residente a Villa San Giovanni, si recava in Sicilia anche solo per acquisti.
Negli Novanta e nell’attuale decennio, per la maggiore vivacità dell’economia reggina e per l’apertura nel Reggino di grossi centri commerciali come quello di Villa, si è osservato un ribaltamento del flusso, testimoniato dalle ragguardevoli presenze siciliane alla notte bianca reggina dello scorso anno.
Il dato che può essere dato per acquisito dall’analisi di queste e di analoghe tendenze è che, comunque sia indirizzato il flusso, la ricchezza complessiva della zona, nel nostro caso dell’Area dello Stretto, si incrementa.
Con l’incontro “Area dello Stretto: ricadute economiche dell’integrazione commerciale” di giovedì 12 giugno 2008 tra le Camere di Commercio di Reggio e Messina, si vogliono gettare le basi per una stabile strutturazione dell’interscambio commerciale tra le due Città e le loro Province, oggetto di un protocollo d’intesa da sottoscrivere in una prossima analoga riunione da tenersi a Messina.


SINTESI DELL'INCONTRO

Da strill.it

Un'idea rivoluzionaria: unire le Camere di Commercio di Reggio e Messina

Camere di commerciodi Peppe Caridi

Non è una voce isolata, ma sono proprio i due Presidenti delle camere di commercio delle città “gemelle” dello Stretto ad essersi incontrati nei locali della sede di Reggio per discutere l’idea di Vincenzo Musumeci, presidente di quella di Messina. L’incontro è stato organizzato e coordinato da Enzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea (http://www.fondazionemediterranea.eu/) sempre in prima linea

riguardo le tematiche relative all’area dello Stretto, e ha visto la partecipazione attiva e intensa dei massimi esponenti delle organizzazioni commerciali, sindacali e politiche delle due città. Vincenzo Musumeci, Presidente della Camera di Commercio di Messina, ha presentato l’idea di unire le camere di commercio di Reggio e Messina: un’idea innovativa e “rivoluzionaria” per Lucio Dattola, Presidente della Camera di Commercio di Reggio.

I temi trattati nel corso della discussione sono stati i più ampi e vari dei settori economici e sociali riferiti al territorio dello Stretto: la notizia della nascita del marchio del pesce spada dello Stretto, diffusa da Strill.it nelle scorse ore, ha colpito in positivo Dattola che l’ha indicato come “punto di partenza” da prendere come “modello” da attuare anche ad altri aspetti della nostra produzione locale, pensando alla possibilità di “istituire un marchio dei prodotti dell’area dello Stretto”.

La discussione sulle autorità portuali tra Milazzo, Messina, Reggio e Gioia Tauro ha avuto uno spazio privilegiato vista l’importanza dell’argomento, così come quella sull'Aeroporto di Reggio che, per Dattola “non esisterebbe senza Messina. I reggini non possono illudersi di mantenere vivo l’aeroporto se il bacino peloritano viene a mancare. Per questo è importante la sistemazione del pontile e l’organizzazione gestionale che consenta ai messinesi imbarcarsi per raggiungere l’aeroporto in tempi veloci”.

L’aeroporto ha dato spunto per la discussione sulla situazione dei trasporti nello Stretto. Per Dattola bisogna creare “reti integrate di trasporto con un’efficiente metropolitana del mare”.

E come si può immaginale di parlare di trasporti nello Stretto nel 2008 senza parlare di Ponte ?
Lucio Dattola si dice “sempre favorevole ai ponti perché sono simbolo di unione, pace, fratellanza, amicizia al contrario di muri che dividono. Nel nostro caso, inoltre, il ponte sarebbe anche un grande vettore economico poiché porterebbe lavoro e un indotto di 18 mila milioni di euro per il territorio”.

Da parte di Dattola non manca una appena accennata frecciata rivolta alla politica che “parla ma non fa, quindi - ha continuato il Presidente della Camera di Commercio di Reggio - dobbiamo essere noi a darci una mossa e poi sarà la politica a seguirci”.

E’ stato particolarmente apprezzato l’intervento di Pietro Ilacqua, segretario generale della Camera di Commercio di Messina, il quale ha esposto lo scenario dell’area dello Stretto che “è pensata a Gioia Tauro a Melito Porto Salvo nel Reggino, e da Patti a Taormina nel Messinese. Ovviamente la conurbazione urbana tra Reggio e Messina dovrebbe essere il traino a tutta l’area suddetta”.

E’ proprio Ilacqua a sottolineare che tra le due Camere di Commercio ( Messina più Reggio) ci sono ben 135 mila imprese iscritte, e non è poco: un valore notevole. “L’imprenditoria nell’area dello Stretto è di rilievo con grandi eccellenze”: così ha concluso l’intervento.

Il vice segretario generale della Camera di Commercio di Reggio, Natina Crea, portando i saluti del segretario generale Antonio Palmieri, ha appoggiato con entusiasmo l’idea di Musumeci sostenendo l’opportunità di “lavorare insieme per aiutare le imprese”.

Ma non è finita qui: è il giorno delle grandi idee e allora Antonino Versaci, presidente dell’Associazione Mediterranea culturale Zancle legata alla Fondazione Mediterranea, propone la creazione di una scuola di formazione culturale poiché “l’unico modo per contare in Europa è quello di porci all’avanguardia nel settore dell’istruzione e della formazione. Sono da sempre favorevole alla realizzazione del Ponte nello Stretto, ma sono convinto che insieme a quello fatto di travi d’acciaio e cemento bisogna realizzarne uno culturale, con una scuola che diventi un polo d’eccellenza per il Mediterraneo”.

Il presidente dell’Associazione Mediterranea culturale Reghion, Monorchio, ha evidenziato la “grande sete d’integrazione tra le due sponde dello Stretto”.

Molto spesso è stato sottolineata la “Mediterraneità” del territorio dello Stretto, un sentimento di vicinanza, collaborazione e solidarietà nei confronti dei Paesi del nord Africa che difficilmente può essere capito da chi vive in realtà più continentali e meno Mediterranee.

E proprio i virtuosi collegamenti infrastrutturali, turistici, economici e commerciali all’interno dell’area del Mediterraneo possono contribuire in modo netto e deciso alla crescita e allo sviluppo del sud Italia e quindi anche di Reggio e Messina, molto più di quanto lo si può fare con l’Europa centro/settentrionale che sentiamo lontana nonostante l’unità territoriale, geografica, politica e ormai con l’euro anche monetaria.

Gli influssi culturali, le dominazioni storiche, le esperienze greche, bizantine, arabe che ancora oggi vivono nelle usanze e nelle tradizioni di Calabria e Sicilia hanno poco a che vedere con il sistema del nord Italia, di Germania, Francia, Olanda, Polonia, Scandinavia ecc. ecc. ma condividono ancora oggi molti aspetti della vita civile e sociale con gli altri Paesi che si affacciano nel Mediterraneo.

Se si sapranno sfruttare le risorse a disposizione non saranno certo poco più di tre chilometri di mare, lo Stretto, a contrastare quella che ormai è una grande realtà metropolitana dal punto di vista sociale, urbano e di sentimento popolare

 

gazzetta del sud sulla fondazione mediterranea
Comunità economica dello Stretto

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